De Pisis_MEF

Tra i primi musei torinesi a inaugurare in questo 2018, il Museo Ettore Fico dedica il suo spazio a un’imperdibile mostra su uno dei maggiori interpreti della pittura italiana di metà Novecento: Filippo De Pisis. Eclettico connoisseur fra pittura, musica e poesia. Con un percorso di circa 150 opere, l’esposizione, organizzata in collaborazione con l’Associazione per Filippo De Pisis, immerge fin dall’inizio lo spettatore nel mondo dell’artista.

Sala dopo sala, incontriamo nuclei tematici e città, compagni di viaggio e passioni che hanno permesso a De Pisis di sviluppare una poetica personalissima, e che hanno disegnato il suo percorso artistico. Non si può non partire dalla sua città natale, Ferrara: qui il giovane De Pisis  esplora il centro e la campagna, con l’amata sorella Ernesta; raccoglie innumerevoli piante  e fiori da far seccare per il suo erbario, di cui troviamo alcune pagine, esposte a fianco dei suoi delicati dipinti di fiori; giovane storico dell’arte, osserva e studia i pittori del Rinascimento Ferrarese. Le influenze delle avanguardie europee guidano i suoi primi passi da pittore: il Dadaismo e il Futurismo costituiscono una via di fuga dalla noia polverosa della sua città. Intraprende un rapporto epistolare con Tzara e con Soffici, e in uno dei primi dipinti presentati in mostra, Composizione (Pagliaccio), il soggetto è scomposto e coloratissimo, come nelle sperimentazioni dei futuristi.

Nel 1916 De Pisis assiste alla nascita della Metafisica a Ferrara a fianco di De Chirico e Carrà; l’opera Natura morta isterica è un rebus misterioso, dove un guanto è attorniato da una lampadina, un biscotto, alcune carte da gioco, un fischietto, una scatola di fiammiferi, un fiore e alcuni frutti.

De Pisis_MEFPresto Ferrara diventa davvero troppo piccola e provinciale per De Pisis, che si trasferisce prima a Roma, poi a Parigi, e ancora a Londra, Milano e Venezia. Non è mai solo: lo affiancano pittori e compagni di viaggio come Donghi, Scipione, Spadini, Tallone e Tozzi, e i loro dipinti in mostra bene illustrano quali fossero i riferimenti contemporanei del nostro pittore. Riconosciamo le loro firme sulla gabbietta di Coco, la scatoletta in legno del pappagallo di De Pisis che, come un divertente souvenir, il gruppo di amici dipinge sui lati. Proprio con un pappagallo sulla spalla, agghindato di medaglie e orecchini a mo’ di moderno pirata, il nostro pittore è ritratto con colori vivacissimi da Carlo Levi, amico pittore, nel 1933.

Nella sezione dedicata ai paesaggi troviamo le strade e gli scorci dei luoghi in cui De Pisis ha vissuto e ha sperimentato “la vita libera, diretta, l’avventura da godere o da patire”: le tele subito appaiono come un’accozzaglia di vivaci e rapidi tratti di colore, ma, avvicinandosi, riconosciamo in ogni pennellata un passante, una finestra, un uccello in volo, un riflesso. Eugenio Montale, amico di De Pisis, definì queste pennellate il segno di “una zampa di mosca”. Il poeta e il pittore sono inscindibili in De Pisis: nelle sue nature morte cerca infatti un’espressione che vada oltre all’esercizio pittorico per riflettere un’interiorità personale, che si specchia nei soggetti delle sue opere, siano conchiglie in riva al mare, pesci oppure fiori. Scriveva infatti: “Le mie nature morte, ancora prima di un loro valore pittorico e costruttivo, ne devono avere per me uno lirico ed interiore”.

Siamo sicuri che la ricchissima mostra al Museo Ettore Fico affascinerà i visitatori, guidandoli alla scoperta dell’opera intima e della vita vivace di De Pisis, a partire dal mondo di affetti e passioni giovanili, fino ai momenti finali della sua produzione, dove il tratto si fa rarefatto ed essenziale, lo spazio della tela invaso dalla luce.

Pinter_MEFIl Museo Ettore Fico prosegue la sua attività espositiva negli spazi di via Juvarra a Torino, sede del MEF Outside inaugurato lo scorso ottobre. Protagonista questa volta è Ferenc Pintér, che i visitatori più fedeli del museo riconosceranno, poiché una sua illustrazione campeggiava nella locandina della mostra precedente, dedicata ai Tarocchi. Nel decimo anniversario dalla sua scomparsa, il MEF Outside ripercorre l’attività dell’illustratore italo-ungherese, che è entrato nell’immaginario popolare italiano grazie alle celebri copertine create per Mondadori. Famosissima la serie dedicata al Commissario Maigret, ma anche le immagini per i libri di Grazia Deledda, Agatha Christie, Cesare Pavese… I visitatori si stupiranno di riconoscere la sua mano dietro a immagini tanto famigliari e molti potranno dire di possedere… un Pintér in casa!

Il 2018 si apre per il MEF con un’accoppiata di mostre che coprono una produzione artistica novecentesca molto varia, e che sarà, ne siamo sicuri, un’interessante scoperta per moltissimi visitatori!

Federica Ellena